I 5 aggettivi apocalittici: impara a comprendere il linguaggio criptato con cui le persone che ti vogliono bene, ti comunicano di cambiare stile!

L’altro giorno ero a scuola, vestivo fieramente uno dei tremila cappelli della mia collezione e niente, è successo che mentre eravamo li a cincischiare alla fine della lezione mi si è avvicinato un amico che, senza malizia, ha gentilmente definito il mio bizzarro copricapo con un aggettivo assai pungente. Questo mi ha portato alla riflessione che vi propongo in questa domenica così umidiccia e piangente: Ci sono aggettivi facenti regolarmente parte del lessico italiano che se sganciati senza cognizione di causa e cervello possiedono effetti più devastanti della chirurgia plastica sulla faccia di Renée Zellweger. Questo post vuole essere un enorme warning per la popolazione, rendiamo pubblico il pericolo e cerchiamo di limitare i danni. Ecco a voi un countdown della disapprovazione camuffata, così coinvolgente che nemmeno a capodanno.
5° posto - Il fanalino di coda dell’elenco della vergogna è rappresentato senza ombra di dubbio dall’aggettivo ‘originale’. Sta al quinto posto perché se usato in determinate e super-specifiche occasioni (tipo premiazione premio Nobel, per intenderci) può essere ampiamente tollerato. Nel lessico corrente, amici carissimi, se state vestendo un capo d’abbigliamento o un accessorio che viene definito da terzi ‘originale’ levatevelo e bruciatelo rapidamente, chi sta parlando di voi in quel modo sta semplicemente pensando: ‘quale aggettivo uso per definire quest’obbrobrio che metterebbe solo Wilma Flintstones?’. Originale è sinonimo di orrido con fantasia!
4° posto - Escluso dal podio per una sola posizione troviamo l’aggettivo ‘strano’. Mentre chi vi definisce ‘originali' sta comunque facendo del suo meglio per conferire una connotazione lontanamente positiva alla descrizione, chi vi definisce ‘strani’ o con un qualsiasi capo ‘strano’ non vi sta proprio dando la possibilità di difendervi e sta condannando voi e tutto il vostro ‘strano’ armadio, confinandovi, nella sua mente, ad una categoria nella quale vi trovereste a braccetto con Lady Gaga vestita di carne e Morgan in kilt.
3° posto - Primo scalino del podio della vergogna per l’aggettivo ‘colorato’. Se un capo è decoroso ed a tinta unica, nessuno lo definirà colorato, semplicemente verrà gradito e non avrà bisogno di essere descritto. Con ‘colorato’, cari lettori, ci si riferisce semplicemente a quei terribili capi made in Desigual o simili. Il patchwork è ‘colorato’, la fantasia della nonna è ‘colorata’, la decorazione da tovaglia è ‘colorata’. Se venite definiti ‘colorati’ iniziate a preoccuparvi, analizzate il guardaroba e lanciate dalla finestra tutto ciò che abbina in un colpo solo più di una fantasia.
2° posto - Medaglia d'argento per l’aggettivo ‘enigmatico’. A sentirselo dire ci si può passare pure momenti di euforia che uno pensa ‘minchia sono enigmatico, fighissimo’. Gli enigmi generalmente affascinano davvero molto ma vi assicuro che se qualcuno definisce così voi o il vostro stile significa che non avete più potere d’incuriosire di un generico Homer Simpson (no, uomo de panza non è uomo de sostanza). Avere uno stile enigmatico non significa che avete lo stesso potere attrattivo di un fighissimo labirinto, significa solamente che il vostro modo di vestire non lo capisce nessuno e questo non fa ‘emancipazione ed indipendenza’ ma solo ‘strano’ (vedi 4°posto).
1° posto - La medaglia d’oro in questa classifica vergognosa spetta senza ombra di dubbio all’aggettivo ‘particolare’. Questo è decisamente il non plus ultra dell’espressione negativa, ‘particolare' non è qualcosa di invidiabile ma qualcosa di così tremendamente indefinibile che l’unica cosa che viene in mente al vostro interlocutore è ‘particolare’. Aggettivo inodore, insapore, incolore, esprime la più terribile disapprovazione mista ad indifferenza.
Andate in pace cari friends e godetevi questa giornata uggiosa! (allego foto cappello definito, ahimè, ‘particolare’).

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